domenica, luglio 16, 2006

Vecchie passioni




In un post precedente vi avevo parlato della mostra di tavole a fumetti e illustrazioni organizzata da Roberto Riccio per un'opera di beneficenza per i bambini della Tanzania. Per l'occasione ho ripreso la matita in mano e ho realizzato una piccola illustrazione. Il desiderio di riprendere a disegnare è molto ma purtroppo mi devo scontrare col tempo che non basta mai. Ma qualcosa la voglio fare comunque. Spero di postare presto qualcos'altro.

lunedì, luglio 10, 2006



Marco Ballo' ha iniziato a inchiostrare le prime tavole del nostro progetto. Si tratta dell' episodio pilota, della lunghezza di 24 pagine, di una miniserie prevista in 4 episodi, il cui titolo provvisorio è "Lost Generation". Il lavoro procede a buon ritmo e la speranza è che per l'inizio dell'autunno il primo episodio possa essere terminato.
Marco tra una tavola e l'altra si diletta a mandare avanti anche dei suoi progetti personali. Sta infatti realizzando dei disegni erotici a colori. Li trovate qui.

lunedì, luglio 03, 2006

Dead or Alive


Nel mio girovagare fra un blog e l'altro, qualche giorno fa leggevo su quello di Diego Cajelli una interessante "discussione" tra Giovanni Gualdoni e lo stesso Cajelli sulla crisi del fumetto e sul senso di credere ancora a un futuro a fumetti. Il post faceva delle riflessioni sulla considerazione del mestiere di fumettista che hanno la maggior parte dei non addetti ai lavori.
Il dialogo completo tra i due autori lo potete leggere qui: Diegozilla.
Questa presunta crisi in Italia esiste non da oggi ma da almeno 20 anni. Proprio dieci anni fa pubblicavo un articolo su questo argomento e rileggendolo l'ho trovato estremamente attuale. Per chi ha voglia e pazienza di leggerlo lo trova qui.
Concludo dicendo che se gli autori avessero dato ascolto agli uccelli del malaugurio, che già venti anni fa davano il fumetto per defunto, noi oggi non avremo avuto in Italia Dylan Dog, Nathan Never, le "Witch" e nemmeno "Monster Allergy". Lo stesso Gualdoni oggi sarebbe probabilmente seduto dietro a una scrivania, ma non a fare fumetti pero'. La responsabilità alla fine è quasi sempre degli autori e degli editori che non sanno come catturare l'interesse del pubblico.