martedì, luglio 29, 2008

Stefano Tamburini: Un vaso di coccio in un mondo di vasi di ferro

Stefano Tamburini è stato uno dei più geniali fumettisti, grafici del fumetto italiano a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta.

Nel 1977 è tra i fondatori di Cannibale, una rivista a fumetti del Movimento (sullo stile dell'americana Zap), su cui successivamente pubblicheranno Andrea Pazienza e Tanino Liberatore.
Nel 1978 Tamburini crea per Cannibale un personaggio che farà storia: Rank Xerox (nome mutato poi, per ragioni di copyright, in
Ranxerox), androide protagonista di avventure mirabolanti nello scenario di una Roma del futuro prossimo.
Nel novembre del
1980 insieme a Vincenzo Sparagna e Filippo Scozzari fonda Frigidaire, curandone grafica ed impaginazione. Per la nuova rivista crea le storie di Snake Agent sperimentando un innovativo metodo di espressione grafica (manipolare vecchi fumetti degli anni quaranta con l'uso della fotocopiatrice per poi rimontarli remixandoli). Per Frigidaire scrive anche recensioni musicali (firmandosi Red Vynile) e continua la saga di RanXerox. Tenendo per sé il lavoro di scrittura delle sceneggiature e lasciando il disegno a Tanino Liberatore. Le nuove tavole di Ranxerox hanno un successo di pubblico molto vasto, non solo in Italia ma anche in svariati paesi del mondo, in particolare Francia, USA e Giappone, dove vengono tradotte e ripubblicate. Negli USA appare sulla prestigiosa Heavy Metal.
Nello stesso periodo Tamburini intraprende anche nuovi percorsi creativi collaborando con la rivista di moda Vogue e con i punti vendita a lei collegati.
(Fonte wikipedia)

Nonostante questo successo Tamburini era una persona fondamentalmente sola, vittima di problemi personali. E da solo muore nel suo appartamento di Roma in un giorno non precisato dell'aprile del 1986. La cosa tragica è che nessuno dei suoi conoscenti per ben due settimane lo ha cercato. Appena si seppe la notizia della morte, qualcuno (forse Sparagna, ora non ricordo) disse di Tamburini: "Stefano era un vaso di coccio in un mondo di vasi di ferro".

Su Youtube ho trovato una sua, quasi unica, intervista. Mentre su Radio Radicale è disponibile una vecchia trasmissione del 29 aprile 1986 con l'intervento di Vincenzo Sparagna, Filippo Scozzari e Andrea Pazienza che commentano la tragica morte di Stefano Tamburini. Lo trovate qui.

lunedì, luglio 28, 2008

La mia amica bicicletta

La mia prima bicicletta l'ho avuta a 4 anni. Ricordo ancora la gioia del momento in cui abbandonai le due piccole ruote laterali di sostegno e riuscì a rimanere in equilibrio su due ruote. Purtroppo quella bicicletta mi fu rubata un anno dopo e quella fu la prima vera sofferenza che provai.
All'epoca Cagliari era una piccola città con poco traffico e per noi bambini era facile girare tranquillamente intorno al quartiere.
Poi tra il 1973 e il 1974, durante il periodo dell'austerità , quando gli italiani riscoprirono l'uso della bicicletta, fu una meravigliosa avventura quella di poter girare tranquillamente per la città.
In quegli anni il Giro d'Italia fece una tappa a Cagliari, scegliendo come circuito Viale Europa, una strada ripida che attraversa il colle di Monteurpinu, proprio a due pedalate da casa.
Che emozione vedere quegli atleti sudare e faticare per quelle ripide salite. La mia passione per il ciclismo nacque in quel momento. Da allora, puntualmente, ogni anno, iniziai a seguire in TV tutte le tappe del Giro d'Italia.
Mi emozionavo per le imprese di Felice Gimondi, Eddy Mercks, per proseguire con quelle di Moser e Saronni. Poi crescendo, preso da altri interessi, iniziai a seguire un po' distrattamente il ciclismo.
La passione mi riesplose con le prime affermazioni di Marco Pantani, detto il pirata. Di lui ammiravo soprattutto la capacità di rialzarsi dopo ogni disavventura personale.
Ma Il 14 febbraio 2004, dopo tante accuse di doping, Marco Pantani fu trovato morto in un residence di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte fu causata da un arresto cardiaco, conseguente a un'overdose di cocaina.
Per me finiva un sogno. Il ciclismo non era più quello sport eroico che mi affascinava da bambino.
E i fatti di doping degli ultimi anni lo stanno a dimostrare.


Il ciclismo ha ispirato anche tanti cantautori che a questo sport hanno dedicato diverse canzoni.
In questo post ne voglio citare due: Bartali di Paolo Conte e Il Bandito e il Campione di Francesco De Gregori. Due spendidi brani che ci ricordano quanto era bello e mitico il cicilismo.

domenica, luglio 27, 2008

Ancu ti currat sa giustizia

Da qualche tempo sto disegnando con continuità e di recente ho realizzato un'illustrazione per la rivista di cultura sarda "Paraulas". L'immagine doveva raccontare un "Frastimu" che in sardo significa augurare del male a qualcuno. "Ancu ti currat sa giustizia" (ti corra dietro la giustizia) è uno dei cattivi auguri tradizionali, e nasce dall''atavica diffidenza del "sardo" verso ogni forma di stato, potere costituito o autorità centrale.

venerdì, luglio 25, 2008

Un treno per dove



Un treno per dove

Claudio Baglioni

Vorrei un biglietto per un posto
dove non ci sono i cani
poveri granelli di pepe
abbandonati in mezzo ad un'estate

un posto dove non ci sono vecchi soli
che amavano molto la moglie
e tengono i nipoti nel portafoglio
di foto ciancicate

dove gli uccelli tagliano l'autunno
e l'aria non si rompe in uno sparo
dove nessuno è un'isola
e l'anima non s'incarta nel denaro

dove la paura non passa più
nei nostri occhi di conigli
e non c'è piu da scavalcare nessun muro

dove i soldati tornano alle case
e si accovacciano coi figli
a colorare un cielo un pò piu largo di futuro

un treno per dove
il giomo non finisce
e il sole è un grido in mezzo al viso
dei mattino di un sorriso

un treno per dove
non arrivi il vento di follia
che gela il cuore
e che ci trascina via

un posto senza le borgate
calce e polverone
bucate da mille finestre uguali
che si mangiano la campagna

dove non c'è piu attesa
ma un lavoro da sputare nelle mani
dove il tempo inganna gli orologi
e questa corsa assurda per domani

dove le ombre corte dei bambini
non si fermano in un pianto
lasciate indietro dalla fretta degli adulti
dove tutti sono persone
e ognuno ha un sogno ed un pensiero suo soltanto
e un uomo non si piega con le botte e con gli insulti

un treno per dove
il mare è grano azzurro
e un saluto di gabbiani
sulle barche e tra le mani

un treno per dove
accenderai la luce
e sarai un bicchiere d'acqua
nelle notti dei miei guai

un treno per dove
libero e ribelle
correrò come un cavallo
sotto grappoli di stelle

un treno per dove
non ci sia lo spazio
per perderti di più
un treno per dove esisti tu

giovedì, luglio 24, 2008

Tex...


Il ricordo più lontano che ho di Tex mi vede bambino, seduto sui gradini di casa, in un pomeriggio d'estate. Avevo circa 9 anni quando iniziai a collezionarlo regolarmente. A introdurmi alla lettura di Tex fu il mio vecchio padrone di casa, una persona che sapeva a malapena leggere e scrivere, ma che ogni mese comprava il fumetto di Aquila della notte. Non era però un collezionista, e infatti spesso e volentieri dopo averlo letto me lo regalava. Il primo numero fu una folgorazione; ricordo ancora il titolo: Condor Pass. Da allora non mi sono più fermato. Ho collezionato Tex sino al numero 400, poi un traumatico cambio di abitazione e una conseguente mancanza di spazio, mi obbligò a sistemare tutti gli albi da un caro amico, che ancora li conserva gelosamente nella sua casa di Armungia.
In questi anni, a periodi alterni, ho letto diversi albi di Tex, acquistati o prestati. Le occasioni principali sono stati il ritorno di Mefisto e il racconto del passato di Carson e Tiger Jack.
Due giorni fa, incuriosito dai giudizi positivi, letti su vari forum, ho, dopo anni, riacquistato un numero di Tex. L'albo è quello attualmente in edicola, Terre Maledette di Boselli e Font. Non sono rimasto deluso. A tratti sembrava di assaporare le splendide atmosfere che solo il grande Gianluigi Bonelli sapeva creare.
Tex ha davvero qualcosa di magico. Passano gli anni e il fascino del personaggio rimane intatto, nonostante alcuni anni bui in cui Claudio Nizzi sembrava aver perso le redini del personaggio.
C'è voluto l'arrivo di Mauro Boselli (in assoluto l'attuale miglior sceneggiatore di storie di avventura in Italia) per rivitalizzare il personaggio.
Sono davvero tentato di ricominciare a collezionare Tex. Se la seconda parte dell'avventura in uscita ad agosto non deluderà le mie aspettative, c'è davvero il rischio che lo faccia sul serio.

martedì, luglio 22, 2008

Procurade e moderare

Dal sito Fontesarda
La storia dell'inno di protesta
Appassionato inno contro la prepotenza feudale dei proprietari terrieri. Questo canto di protesta popolare è stato composto alla fine del 1700 da Francesco Ignazio Mannu, Cavaliere e Magistrato (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel 1839).
Questo Inno è stato scritto in seguito ai drammatici eventi vissuti dal popolo sardo dopo i fatti del 28 aprile 1794, giorno in cui iniziò la rivolta guidata da Giovanni Maria Angioj. Può essere annoverato tra i canti popolari più antichi d'Europa. L'opera è articolata in 47 ottave logudoresi e 375 versi che evidenziano la forte identità del popolo sardo e la sua propensione alla ricerca della democrazia e della giustizia anche attraverso la lotta al potere ingiustificato dei feudatari. Questo inno "Su patriotu sardu a sos feudatàrios", meglio conosciuto come "Procurade 'e moderare", è stato pubblicato per la prima volta in Corsica nel 1794, esprime la volontà di riscatto della Nazione Sarda.

Alcuni l'anno definita "La Marsigliese Sarda", forse per il suo interno vigore, una forza e un richiamo appassionato al popolo sardo nella condanna senza appello per chi aveva sfruttato e soggiogato le persone. Questo brano, a cui è difficile rimanere indifferenti, non solo risveglia le coscienze sul lato emotivo delle persone ma può anche essere considerato un alto esempio della letteratura isolana, per la dignità espressiva e per le sue idee. L'ideologia illuministica che possiamo trovare alla base di "Procurade 'e moderade" si inserisce nel nazionalismo proto-romantico; un forte legame con lo spirito dell'indipendenza delle colonie d'America, con la Rivoluzione Francese e con i Diritti dell'Uomo e del Cittadino. Questo inno non è alieno dal forte slancio e dalla tempesta di Sturm und Drang tedesco, ne condivide l'anelito; la fede e la ragione sono nell'inno in armonia sinergica per contrastare "l'ancien régime" e il suo feudalesimo, un appello per il Risorgimento nazionale sardo contro lo straniero piemontese.
Note:
Infine, anche se l'argomento porterebbe a ulteriori riflessioni citiamo quanto ha affermato Alziator riferendosi a "Procurade 'e moderare": "si impone e sovrasta su tutta la letteratura isolana del genere, si impone e sovrasta per l'altezza delle idee e la dignità dell'espressione".

venerdì, luglio 18, 2008

Quando c'era Gringo...

Che bella questa pubblicità di Gringo degli anni sessanta/settanta ispirata ai film western di Sergio Leone.

mercoledì, luglio 16, 2008

Un po' di ritmo...

I Culture Beat sono stati un gruppo musicale eurodance tedesco fondato nel 1989. Vocalist della formazione furono Tania Evans e Jay Supreme.
Nel mercato discografico sfondarono nell'estate del 1993 con "Mr. Vain" , seguito dalla hit "Got to get it" e dall'uscita dell'album "Serenity". In seguito il duo fece uscire altri singoli tratti da quest'album ("Anything", "World in your hands", "Adelante") senza però scalare le classifiche come per i primi due singoli.
Nel 1995 sono usciti "Inside out", prima hit del nuovo album recante lo stesso nome, e "Cryin' in the rain" prima di uscire definitivamente dal panorama dance fino al clamoroso ritorno del 2008 col singolo "Your Love".
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Culture_Beat"

domenica, luglio 13, 2008

A Panda piace...

Tra i vari blog dei giovani disegnatori, quello di Giacomo Bevilacqua l'ho sempre trovato uno dei più interessanti (infatti è da più di un anno che l'ho inserito tra l'elenco dei link).
In queste settimane sul web impazza una delle sue ultime creazioni, "A Panda piace...". Si tratta di una striscia intelligente e deliziosa. Il blog relativo è disponibile a questo indirizzo: "A Panda piace" . Lo so, non sono il primo a dirlo, ma vi assicuro che è una striscia che merita di essere letta.

sabato, luglio 12, 2008

La iena più simpatica

Elena di Cioccio, figlia d'arte (il padre è Franz Di Cioccio , batterista della P.F.M.), è una dei personaggi più brillanti ed estroversi della televisione italiana. Deve la sua popolarità alla trasmissione "Le iene". Dal 2003 scrive e conduce trasmissioni per All Music.
La simpatica Elena è stata recentemente intervistata dal sito Tiscali. La chiaccherata la trovate qui. Mentre il suo sito personale è disponibile qua. Il video invece è uno speciale per All Music dedicato alle origini dei Beatles .

venerdì, luglio 11, 2008

Le parole sono importanti! Come parla?

Non avrei voluto toccare l'argomento. Perchè quando uno esprime certe opinioni viene subito tacciato di essere di destra, se non peggio. Ma quando a sollevare il problema è uno come Nanni Moretti le cose cambiano. Sto parlando della manifestazione di martedì scorso a Roma.
Queste le dichiarazioni di Moretti:
"Sono molto avvilito per quello che è successo in piazza Navona. Gli organizzatori sono stati degli irresponsabili».
«Mi dispiace - ha continuato Moretti - che in questo disastro siano state coinvolte persone come Rita Borsellino, che ha fatto un bel discorso. Ma quando si organizzano queste cose bisogna distinguere. Mi dispiace che tutto sia stato sporcato, mi dispiace che con gli interventi di Grillo e della Guzzanti siano stati oscurati gli obiettivi della manifestazione e, forse, anche la stagione dei movimenti del 2002 che, se mi permettete, era un’altra cosa rispetto alla manifestazione di martedì».
«Sui girotondi e i movimenti - ha detto ancora Moretti - al di fuori dei partiti, nati nel 2002, spesso è stata fatta una caricatura, non raccontando la verità. Purtroppo, ora quella caricatura è diventata realtà. Non bisogna trovare scuse o pretesti nella non tempestività con la quale in queste settimane si è mosso o non il Pd. È stato irresponsabile chiamare chiunque, uno come Grillo che ha insultato tutto e tutti nello stesso modo. Sono avvilito, frastornato».

A parer mio martedì abbiamo assistito a una delle manifestazioni più inutili degli ultimi anni. La Guzzanti è ormai la caricatura di se stessa, sembra che si faccia l'imitazione da sola. Purtroppo dopo anni di onorata carriera ci troviamo davanti a un'attrice bollita, incattivita dal fatto che non lavora più in televisione e i suoi tentativi di fare cinema (con soldi pubblici tra le altre cose) sono andati male. Il suo film "Le ragioni dell'aragosta" è stato un autentico flop. L'impressione è che queste esternazioni siano dovute a una spasmodica ricerca di visibilità, con la speranza, magari, di strappare qualche contratto in più per delle serate.

martedì, luglio 08, 2008

L'amore rubato

La blogger Elsa ha scritto un bellissimo post che parla di violenza sulle donne. Mi ha fatto venire in mente questa bella canzone di Luca Barbarossa, presentata a Sanremo nel 1993.

L'amore Rubato
La ragazza non immaginava
che anche quello fosse l'amore
in mezzo all'erba lei tremava
sentiva addosso ancora l'odore

chissà chi era cosa voleva
perché ha ucciso i miei pensieri
chissà se un giorno potrò scordare
e ritornare quella di ieri

la ragazza non immaginava
che così forte fosse il dolore
passava il vento e lei pregava
che non tornassero quelle parole

adesso muoviti fammi godere
se non ti piace puoi anche gridare
tanto nessuno potrà sentire
tanto nessuno ti potrà salvare

e lei sognava una musica dolce
e labbra morbide da accarezzare
chiari di luna e onde del mare
piccole frasi da sussurrare
e lei sognava un amore profondo
unico e grande più grande del mondo
come un fiore che è stato spezzato
così l'amore le avevan rubato
la ragazza non immaginava
che così lento fosse il dolore
stesa nel prato
lei piangeva
sulle sue lacrime nasceva il sole
e lei sognava una musica dolce
e labbra morbide da accarezzare
chiari di luna onde del mare
piccole frasi da sussurrare
e lei sognava un amore profondo
unico e grande più grande del mondo
ma il vento adesso le aveva lasciato
solo il ricordo di un amore rubato
come un fiore che è stato spezzato
così l'amore le avevan
rubat
o

domenica, luglio 06, 2008

Il blog non dà la felicità, ma aiuta


Io mi diverto a scrivere sul blog. Ora vengo a sapere che fa pure bene alla salute e rende più felici. Meno male, perchè qualche settimana fa avevo letto su un quotidiano una descrizione dei blogger davvero pessima. In un' intervista un sociologo definiva i blogger come persone asociali, chiuse al dialogo e smaniosi di mettersi in mostra. Ero rimasto allibito, era il tipico giudizio di chi, arrogantemente, non aveva mai seguito i blog ma ne parlava lo stesso dall'alto della sua supposta "cultura".
Invece su "Repubblica" trovate un interessante articolo che dice esattamente il contrario, e la cosa mi consola.

sabato, luglio 05, 2008

Ritorno al passato

Lo ammetto, non avrei voluto comprarlo, ma alla fine l'ho fatto. Insomma, tutti, o quasi, ne parlano male e la curiosità ha avuto la meglio.
La nuova serie "Unità Speciale", prodotta dall'Eura, in realtà di nuovo ha ben poco. Se non l'argomento trattato: il racconto delle gesta di un tenente dei carabinieri.
La copertina, disegnata da Nocerino, è quanto di più datato ci possa essere. Se non ricordo male erano sue le copertine di Balboa, un fumetto poliziesco di fine anni '80. E il suo stile era già vecchio allora. I disegni di Matteo Bussola, autore con poca esperienza, sembrano volutamente ispirati ai peggiori ai fumetti pubblicati su "Il Monello" e "Intrepido" negli anni settanta. Assenza quasi totale di sfondi e tratto impersonale. Anche se il livello rimane su livelli accettabili.
Eppure proprio su "Intrepido" veniva pubblicato un piccolo gioiello noir come "Sorrow", di Cicogna e Freghieri, di un'assoluta modernità.
La storia non è nient'altro che un qualunque episodio di fiction televisiva sui Carabinieri adattato al fumetto. L'indagine poliziesca è quasi inesistente sacrificata al racconto della vita del protagonista. Nonostante ciò il fumetto si lascia leggere e l'ambientazione italiana sembra funzionare.
Forse che questa semplicità sia solo apparente, e non nasconda invece una precisa scelta editoriale per arrivare ad un pubblico disinteressato al fumetto, che altrimenti sarebbe difficile raggiungere?
Comunque farò un altro tentativo e prenderò pure il secondo numero. Vuoi vedere che magari l'Eura ci stupirà ancora una volta?

venerdì, luglio 04, 2008

Anni ruggenti

Anni Ruggenti
Gruppo Italiano. 1984

I marinai
sanno che all'equatore
tra le orchidee
vivono strane magie
oro che
ricopre le montagne
uomini piccoli così.
Quando lassù
esce la luna piena
nella tribù
senti suonare i tam tam
danzano intorno allo stregone
spiriti al ritmo del voodoo.
Anni ruggenti nei tropici
sento la giungla nell'anima
un'anaconda che dondola su di me
sembra un corallo nel blu.
Anni ruggenti nei tropici
bionde le vittime di King Kong
legami al palo ma portami giù in città
sento l'orchestra suonar.
Sui rami che
sfiorano quasi il cielo
aspetterò
finché la pioggia cadrà.
Corrono le voci dei safari
dicono che non tornerà.
Anni ruggenti nei tropici
dolci sorrisi dell'Africa
piante carnivore sembrano ridere
chi salverà Betty Boop.
Anni ruggenti nei tropici
e cuori infranti per souvenir
mille ippopotami cantano "baciami"
ma io non credo all'amor.



Dal punto di vista musicale gli anni ottanta rappresentano un periodo florido per l'Italia. Chi li ha vissuti non potrà non ricordarsi di quante produzioni interessanti circolavano in quegli anni.

Certo allora non ci si rendeva conto, anzi l'idea era forse il contrario, abituati al fenomeno dei cantautori degli anni settanta. Insomma, se una canzone non aveva un testo impegnato, veniva considerata una produzione mediocre, trascurando spesso l'aspetto musicale. Una cosa è sicura , gli anni ottanta erano anni spensierati, si usciva dal periodo buio del terrorismo, giravano tanti soldi, e la musica rispecchiava questa situazione.
Le ideee erano tante e i discografici avevano il coraggio di osare. Ci fu il boom della disco italiana, con Raf e Mike Francis che arrivarono ai primi posti in classifica, addirittura negli Stati Uniti. Iniziavano la loro ascesa Eros Ramazzoti, Vasco Rossi e Zucchero. Ma c'era spazio un po' per tutti i generi musicali. Lo swing e la musica tropicale trovavano il loro rappresentante in Sergio Caputo. Ma non solo. Proprio in quegli anni ebbe un ottimo momento di popolarità il "Gruppo Italiano", con la vocalist Patrizia Di Malta. Qui trovate una sua interessante intervista.
Si trattava di canzoni in stile tropicale, davvero ben scritte con testi ironici e musiche orecchiabili, ma non banali. Purtroppo il loro percorso musicale fu breve, ma ci hanno lasciato delle autentiche perle, che, a distanza di 25 anni, non hanno perso nulla del loro valore.
Il loro primo successo è stato nel 1983 con Tropicana, seguito nel 1984 dalla divertentissima "Anni Ruggenti", una canzone in stile quasi fumettistico, e da "Il treno del Caffè". Poi ebbero un'ultimo sussulto nel 1985 con "Sole d'agosto", ma purtroppo la loro parabola discedente era ormai iniziata. Se volete rilassarvi e trovare un momento di serenità non c'è nulla di meglio che ascoltare le loro canzoni.


mercoledì, luglio 02, 2008

Il riposo del guerriero

Sto postando di rado in questo periodo. Ho da fare molte cose ma ho davvero poca voglia. Sto risentendo del cambiamento del clima e non vedo l'ora che arrivino le vacanze.
Ma ora devo fare un'ultimo sforzo. Avrei diverse cose da postare... ma la pigrizia mi assale. Può darsi che vi troviate a leggere nei prossimi giorni tre o quattro post tutti assieme.
A presto.