giovedì, aprile 12, 2007

Sociologia animata




Sono quasi passati trent'anni dall'uscita di VIP - Mio fratello superuomo, film di animazione prodotto e diretto nel 1968 da Bruno Bozzetto.
In questo lungometraggio animato, Bozzetto parte da un apparentemente semplice plot avventuroso e, come è caratteristica della sua filosofia, sviluppa un discorso incentrato sull’uomo e sulle sue problematiche sociali.
Già dal titolo capiamo che si tratta di un cartone animato incentrato su un super-eroe, ultimo di una generazione di VIP che hanno attraversato il corso della storia dell’umanità: SuperVip, alto, bello, forte, intelligente e fortunato con le donne. L’eroe in questione, figlio di BAFFO VIP (che ha fatto confusione sul concetto di super) e di una commessa di un “Supermarket”, ha un fratello che è il suo esatto contrario; brutto, con dei vistosissimi occhiali, gracilino e alquanto stupidotto. MiniVip è pieno di complessi causati dal conflitto col fratello più fortunato e per dimenticare le sue tristi circostanze parte per un viaggio di vacanza. Questo è il pretesto che da il via alla vicenda. Naturalmente il MiniVip si metterà nei guai e toccherà al fratello SuperVip salvarlo.
Come dicevamo prima si tratta, ad una visione superficiale, di una banale trama avventurosa che in realtà è necessaria per costruirvi intorno tutta una serie di messaggi ben precisi.
La storia continua col rapimento del MiniVip da parte di una organizzazione criminale gestita da Happy Betty, una donna grassa, titolare di una gigantesca catena di supermarket chiamata HB.
La titolare spiega, a un folto gruppo di imprenditori venuti da tutto il mondo, il suo progetto per espandere in tutto il mondo la sua catena di supermarket. Il discorso di Happy Betty è preso a simbolo per rappresentare il potere e l’influenza della tecnologia sull’essere umano.
In una breve sequenza viene spiegato come oramai l’uomo vive totalmente in funzione della tecnologia e come i suoi ritmi di vita sono scanditi da essa: sveglie che interrompono il nostro sonno, semafori che danno il tempo ai nostri movimenti. Questa dipendenza sta portando gli abitanti della Terra a perdere la propria umanità e la propria capacità di decidere della propria vita.
Su questo infatti si basa il progetto di Happy Betty per obbligare le persone a comprare nei suoi supermarket. Per fare questo lancerà dei piccoli missili che si conficcheranno sulla testa delle persone e così saranno sotto il suo totale controllo. E’ evidente che si tratta di un espediente narrativo e che i missili non sono altro che gli spot pubblicitari che ci bombardano quotidianamente. Il messaggio è chiaro: bisogna resistere alla minaccia di una massificazione e una omologazione nei confronti dell’umanità causata da mezzi di comunicazione di massa. Il pericolo è che si perda la propria identità e si diventi come gli operai che lavorano per Happy Betty: Bozzetto li rappresenta come dei piccoli giapponesi, tutti uguali, il cui unico scopo nella vita è quello di produrre il più possibile.
Al termine della vicenda, Bozzetto fra trasparire un messaggio riguardante il conflitto interiore che tormenta MiniVip. Anche lui , alla fine, trova una donna che lo ama per quello che è. La sofferenza nasce spesso dal confrontarci agli altri, invece ognuno è prezioso e vale per la sua unicità. Una volta che ha accettato la sua identità è finito anche il suo disagio nei confronti del fratello.
VIP, mio fratello Superuomo è un cartone che ancora oggi non ha perso niente del suo valore e che anzi ha saputo con lungimiranza ipotizzare qual è sarebbe stato il rapporto tra l’umanità e i mezzi di comunicazione negli anni a venire.

Scheda Tecnica:
VIP, MIO FRATELLO SUPERUOMO, 1968
Regia: Bruno Bozzetto
Animazione Giuseppe Laganà, Franco Martelli
Direzione dei disegni e dell’animazione Guido Manuli
Sceneggiatura Bruno Bozzetto, Attilio Giovannini, Guido Manuli
Musiche originali: Franco Godi
Edizioni VIVIVIDEO

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