martedì, gennaio 22, 2008

[REWIND] Cybersix, la creatura della notte

Con questo post inauguro una serie di riproposte di articoli che ho scritto nel corso degli anni. Iniziamo con questa analisi su Cybesix, pubblicata nel 1995 sul numero 5 di LittleNemo. Dall'articolo originale ho eliminato alcune parti eccessivamente legate al periodo, e che, probabilmente, lette oggi risulterebbero quasi incomprensibili. Ho ritenuto, invece, per come è stata impostata, ancora attuale l'analisi del personaggio e dei suoi comprimari, e infatti a parte alcuni aggiustamenti, l'ho lasciata così come era in origine.

Cybersix , partita come una serie a cadenza settimanale, pubblicata dal n° 22 del 1992 sul settimanale Skorpio, è letteralmente "scoppiata" tra le mani della casa editrice; tutte le lettere giunte alla redazione dell’Eura parlavano di questo personaggio con un entusiastico consenso e la riproposta in tre volumetti dei primi 24 episodi ha confermato la tendenza positiva, ribadita ulteriormente dal successo del mensile regolare. Cybersix si è rivelata "un evento" editoriale sia per l'Eura che per il mercato dei comics in genere, facendosi largo fra decine di testate di manga e super-eroi.
Nella serie si narrano le vicende di un esemplare di cyborg femminile, l'unica superstite dallo sterminio di una serie di cyber ribelli, deciso dal loro creatore, lo scienziato nazista Von Reitcher.
Cybersix per sfuggire all'eliminazione si è nascosta sotto l'identità maschile di Adrian Seidelman, un professore di letteratura.
Cybersix è dotata di ecce­zionali capacità fisico-atleti­che e per sopravvivere deve rifornirsi di un fluido che alimenta gli Idea Fissa, delle creature costruite dallo stesso Von Reitcher:
Le avventure di Cybersix si svolgono tutte nella città chiamata Meridiana, che diviene nel dipanarsi delle vicende un immenso scenario teatrale (Meglia ha disegnato la città in ogni particolare, come fosse appunto un enorme fondale) dove agiscono i personaggi.
Come in una pièce teatrale i protagonisti ripetono la stessa rappresentazione, replicando quasi ad ogni episodio la struttura base della vicenda con tutta le variazioni del caso . Si arriva così all'esemplificazione estrema del serial.
In Cybersix ritroviamo molte delle caratteristiche seriali dei cartoni animati; prendiamo ad esempio la violenza ironica di Wil Coyote: anche qui c'è il tema fisso del cacciatore (nel nostro caso Von Reitcher) che escogita tutti i sistemi possibili per catturare la preda (Cybersix) e nonostante i suoi tentativi siano destinati al fallimento, puntualmente riprova senza perdere la speranza.
Il fatto poi che Carlos Meglia provenga, appunto, dai cartoni animati e che questa sua esperienza si rifletta in maniera determinante nel suo lavoro, fa si che Cybersix diventi un vero e proprio un cartone animato a fumetti.
La figura dell'eroe classico in Cybersix è ribaltata. Non si tratta di un protagonista attivo, ma bensì passivo della vicenda . Solitamente l'eroe deve risolvere qualche mistero, catturare qualche cattivo, ecc. Cybersix invece subisce e deve perennemente fuggire da chi lo vuole uccidere . Ne risulta un antieroe, e se questo nei fumetti non è una novità, Trillo né da una rilettura personale .
Ogni personaggio creato da Trillo (e caratterizzato graficamente da Meglia) è come una maschera teatrale, con una eccessiva caratterizzazione al limite, se non oltre, della caricatura. Anzi probabilmente con questa particolarità del disegno, Meglia riesce a definire i personaggi in maniera perfetta; così come nella caricatura si estremizzano determinati particolari di una persona, caricandoli, allo stesso modo funziona il disegno di Meglia .
Una serie ben riuscita, nonostante che presi singolarmente gli ingredienti della stessa siano un richiamo a cose già viste e lette. Questo non è da intendersi assolutamente come un fatto negativo: anzi , il fascino del serial sta proprio nel ritrovare ogni volta gli stessi personaggi e le stesse situazioni, che variano intorno a uno schema di base. Ma in Cybersix si va oltre: non si tratta di una semplice ripetizione di strutture narrative, perché anche la stessa tipologia di personaggio o di situazioni viene sviluppata, sviscerata. C'è Cybersix (che non è propriamente una macchina, ma nemmeno un essere umano, anche se ne manifesta i sentimenti e le sensazioni) e ci sono i personaggi che lei incontra. Personaggi che sono una sua proiezione ed esemplificano sempre il conflitto fra essere una cosa ed essere, nello stesso momento, qualcos'altro.
Gianni Brunoro, analizzando Cybersix, in un suo articolo (In La Cyberbella e la belva, dal catalogo della “Rassegna del Fumetto e del Fantastico, PRATO '94”), fa giustamente notare: "In effetti, uno dei valori più sorprendenti di Cybersix sono le sue ricorrenti dicotomie." Per verificare questo basta riflettere su alcuni degli episodi usciti. Cybersix si trova spesso ad affrontare personaggi che sono uguali e/o opposti a lei, e che vivono la stessa sua condizione: la mancanza di una precisa identità.
Joseph, il figlio che Von Reitcher si è costruito, ha l’aspetto di un bambino ma è in realtà un adulto che di innocenza infantile ne ha ben poca, vista la sua insaziabile sete di sesso.
Von Reitcher stesso vive in un corpo che non è il suo.
Data Sette è un giovane maschio di pantera nera in cui Von Reitcher ha impiantato il cervello di un ragazzino della serie “cyber”.
Maura è una ragazzina tossicodipendente conosciuta da Cybersix e che come lei è costretta a vivere dipendendo da una sostanza.
Se analizziamo alcuni dei protagonisti dei vari episodi della serie abbiamo una conferma di quanto affermato in precedenza.
Nel numero 5 (Angeli e Dannati) troviamo G.A.A. l’Arcano uno scrittore di romanzi fantasy che è in realtà un angelo chiamato Gabriele, inviato sulla Terra per fermare un futuro dittatore che venticinque anni dopo devasterà il mondo.
In questo episodio c’è una situazione molto divertente dovuta al fatto che Michele , un’altro angelo in missione sulla terra a cui il nostro si rivolge, ha assunto in questa occasione uno splendido corpo di donna che crea non pochi imbarazzi a Gabriele che lo aveva conosciuto in precedenza come un uomo.
Nell’episodio n° 7 (l’eroe e la vittima) Cybersix trova quasi il suo compagno ideale in Dipi Birmania, un musicista , che dopo essere stato investito da una macchina, viene salvato e trasformato da Schneider (un vecchio nemico di Von Reitcher che ora vive avendo come corpo una vecchia lavastoviglie) in un robot chiamato Tristano Zero.
Cybersix (che rifiuta l’amore di Lucas Amato, direttore del quotidiano di Meridiana “The Independent”, per paura di trasmettergli qualche virus mortale), accetta di baciare Tristano Zero, “Un uomo stile carne in scatola” come lei stessa lo definisce, provandone un piacere superiore , perché “Dipi Birmania è più vicino alla mia specie”.
Nell’episodio n° 8, incontriamo un curioso personaggio chiamato Fratello Moon. Si tratta di una creatura dell’onnipresente Von Reitcher destinata a un’ agenzia di rappresentanza artistica che cerca un personaggio da contrapporre agli attuali idoli dei bambini, Capitan Pilù e Cocco che presentano i loro spettacoli attraverso una trasmissione televisiva.
Fratello Moon, viene spacciato per l’ultimo superstite di una razza Himalaiana ormai estinta; il suo aspetto è simile a quello di un personaggio dei cartoni animati e grazie a ciò diventa in brevissimo tempo, un idolo dei bambini videodipendenti.
Si tratta, all’apparenza, di un personaggio positivo; questi si propone infatti di trasmettere la gioia di vivere che la sua razza (I Moons) possiede. A dispetto di questa sua apparente aria serafica Fratello Moon ha un grande problema: soffre di una fame incontrollabile, niente lo soddisfa, e questo gli provoca spesso e volentieri delle forti crisi d’ira che sfociano in veri e propri atti di violenza. Alla fine dell’albo si ha una sconvolgente sorpresa: l’unico cibo che lo soddisfa pienamente è la carne di quelli a cui ha deciso di dedicare la sua vita: i bambini . Da generoso difensore dell’infanzia a cannibale. Come dire non sempre quello che appare appare per quello che è.
Il numero 9 è tutto giocato sull’incerta identità di Frank Rabitti, un collega di Lucas Amato e suo amico di infanzia, impegnato in una campagna di stampa contro una centrale nucleare di Meridiana.
Il giornalista viene rapito dagli Idea Fissa e il suo cervello viene copiato grazie a una speciale macchina, in una creatura artificiale, che ragiona con i pensieri di Rabitti; il suo cervello in seguito a una serie di coincidenze viene poi inserito nel corpo di Isabella Beach, una serial killer .
L’episodio va avanti con una serie innumerevole di equivoci e malintesi, come quando Lucas Amato nonostante si sia ormai convinto che nel corpo di Isabella ci sia il cervello del suo amico di infanzia, accetta di avere ugualmente con la donna un rapporto sessuale.
Anche nel numero 10 continua il gioco che Trillo porta avanti per tutta la serie : far credere al lettore una cosa e contraddirla (senza però dichiararla falsa) nello stesso momento.
Nell’ episodio in esame incontriamo Grogro, uno scimmione che di animale ha solo, il corpo, mentre dispone, a causa di una manipolazione genetica, di sensibilità e intelligenza umane. In questa storia Trillo sviluppa il suo discorso sulla dicotomia e si avvale per questo di una convenzione narrativa di cui spesso l’autore abusa cioè la citazione sia essa letteraria o di altro genere. In questa occasione l’autore fa riferimento alla dualità nell’uomo (l’argomento dell’albo si rivela il più indicato) e cita Louis Stevenson con brani tratti da The Strange Case Of Doctor Jekyll and Mister Hyde.
Andando avanti con l’esaminare i vari episodi troviamo l’albo n° 12 (La Controfigura e la Morte) dove Cybersix fa la controfigura a una ragazza che oltre a rassomigliarle tantissimo nell’aspetto fisico ha avuto un’ infanzia e una vita che hanno seguito un percorso identico al suo.
Addirittura il n° 14 (La verità è sempre doppia) porta un titolo che esemplifica quello che il nostro articolo vuole suggerire.
Al termine di questa breve analisi è lecito domandarsi: quando potrà durare una serie come Cybersix, costruita su questi presupposti?
Alla lunga il lettore si stancherà di questo ruotare continuo intorno a delle situazioni che porteranno lo sceneggiatore, prima o poi ( se già non è successo) ad avvitarsi su se stesso nelle frenetica ricerca di dire qualcosa di nuovo parlando sempre dello stesso argomento. Le soluzioni narrative potrebbero essere più di una ma non è detto che siano la soluzione definitiva, in quanto il problema nasce proprio nella struttura e nelle caratteristiche del personaggio, non adatto, probabilmente, a reggere avventure di 96 pagine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny