lunedì, dicembre 17, 2007

Il favoloso mondo di Jeunet

Il primo incontro con lo sceneggiatore francese Jean-Pierre_Jeunet l'ho avuto nel 1998 quando ho visto Alien, La clonazione. A dire il vero, in quel momento, per me, Jeunet era un regista come tanti altri. Ero più interessato al film che all'autore della regia. Arriviamo al 2001, quando la visione del suo film "Il favoloso mondo di Amelie" mi fa letteralmente innamorare dell'attrice protagonista, Audrey Tautou. Nel 2004 vedo anche il film "Una lunga domenica di passioni", soprattutto per la presenza della Tatou. Ma incredibilmente, anche questa volta non approfondisco l'opera del regista. Ma arriviamo a pochi mesi fa. Un amico mi presta un DVD con l'unico suo film che non è stato proiettato nelle sale italiane: "La città perduta" (titolo originale francese, La città dei bambini perduti) realizzato insieme a Marc Caro. Ed è a questo punto che mi si accende la lampadina. In questo film ritrovo tanti degli elementi che mi avevano colpito nei film che ho menzionato prima.
Mi mancava solo di vedere Delicatessen, ma recupero anche questo film. Cosa ha di particolare Jeunet? Dal punto di vista visivo colpisce l'utilizzo dei colori. Inoltre, le sue ambientazioni sono sempre in bilico tra mondo fiabesco e realtà. I personaggi sempre ben caratterizzati, sono una via di mezzo tra persone reali e personaggi dei cartoni animati, pensiamo a films come "La città Perduta" e "Delicatessen. I protagonisti seppur, in alcuni casi, adulti, nonostante le difficoltà che devono affrontare, mantengono sempre lo stupore e l'innocenza dei bambini. I due video in alto sono tratti uno da" Il favoloso mondo di Amelie", dove in sottofondo si sente uno dei brani della colonna sonora di Yann Tiersen, mentre l'altro è tratto da La città dei bambini perduti.

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