lunedì, settembre 29, 2008

Qual'è il limite della satira?



Riprendo e copio dal sito Comicsblog:
Il ministro Renato Brunetta ultimamente aveva lanciato un concorso sfidando, gli artisti a realizzare vignette esilaranti sui suoi confronti.
Qualcuno sembra aver accettato la sua sfida con eccessivo fervore, finendo per provocare lo sdegno di molti politici. Infatti oggi su Emme, giornale satirico dell’Unità, è stata pubblicata la vignetta Guerre Giuste (che vi mostriamo qui a sinistra). Il messaggio di questo “incidente di percorso” è chiaro: sono pronto a sparare il ministro! Maurizio Gasparri (capogruppo del Pdl al Senato) ha dichiarato indignato: La satira è sacrosanta, ma non si può non rilevare la pericolosa ambiguità della vignetta contro il ministro Brunetta.
Sergio Staino, direttore del settimanale Emme ha difeso così il lavoro di Biani: La vignetta nelle intenzioni dell’autore e nell’interpretazione che abbiamo dato come redazione, esprimeva solo il disagio, l’indignazione e il vaneggiamento folle e non certo condivisibile, che può provocare una strabordante polemica contro supposti fannulloni. Qualora i lettori, compreso il ministro Brunetta, non abbiamo letto la buona fede della vignetta, allora siamo pronti a chiedere scusa.

2 commenti:

silvano ha detto...

A me personalmente non fa molto ridere come vignetta, a dir la vertà la trovo parecchio brutta e banale. Per quel che riguarda i limiti da porre per la satira, penso sia una sciocchezza il solo pensare di limitarla.
La censura nei fatti avviene tra belle e brutte vignette, efficaci ed inefficaci, quella di ieri dell'unità era veramente non riuscita, ed è stato un bene che tutti abbiano potuto giudicarla.
ciao, silvano.

Unknown ha detto...

Io per principio generale sono contro ogni tipo di censura. Ognuno è responsabile di quello che fa. E se qualcuno si sente offeso è giusto che possa cercare di rivalersi nei modi che ritiene più opportuno.
Ma una censura preventiva decisa da qualcuno non può esistere... Se no il passo successivo sarebbe l'eliminazione della liberà di pensiero.
Ciao